Il complesso di sinistra
This site is a work in progress
Una delle questioni relative alla trattazione degli amboni del duomo di Salerno attiene alla determinazione della loro data di costruzione e, prima ancora, all'intestazione di paternità: a chi attribuire la decisione di erigere il primo e il secondo ambone? E chi ne finanziò i lavori? Scorrendo testi e siti inerenti all'illustrazione del duomo e delle sue opere sono emerse due linee di risposta al quesito. La prima, collegata agli studi di D. Arturo Carucci, unifica l'attribuzione rimettendola all'operato del vescovo Romualdo II Guarna, e, quindi, collocando la costruzione degli amboni negli anni del suo mandato pastorale, ossia tra il 1163 e il 1180. Fornirebbero plausibilità alla tesi, sia la dichiarazione epigrafica incisa nel pulpito di sinistra, sia il ritrovamento dello stemma della famiglia Guarna sotto il leggio del pulpito di destra.
Dissipati i dubbi? Null'altro da chiarire? Nient'affatto, ma rimettiamo alla competenza degli storici gli ulteriori, risolutivi approfondimenti.
Salerno, Duomo. Complessi ambonali.
Salerno, Duomo. Complesso ambonale di sinistra, vista laterale destra. Legenda: A. Ambone Guarna; B. Ballatoio di collegamento alla scala di accesso; C. Moncone sinistro dell'iconostasi; D. Corpo scala di accesso al piano ambonale.
LA COSTRUZIONE DEL quincunx
Affrontare il tema della decorazione degli amboni e degli annessi ballatoi di collegamento alle scale vuol dire soffermarsi sui dispositivi quinconciali, che, eretti in funzione di parapetto (pectoralia), contornano i lati della piattaforma di calpestio. Inizieremo con la presentazione schematica delle due tipologie-base secondo le quali sono state esecutivamente declinate le varie composizioni quinconciali. La prima è la tipologia perfettamente quadrata; la seconda è la tipologia rettangolare oblunga, ossia più alta che larga, con un rapporto dei lati H/L uguale a circa 10/8. Il nesso proporzionale tra i due schemi si coglie osservando la scansione a maglie quadrate [in preparazione] e passo modulare s, contenente il dispositivo allo stadio primitivo di elaborazione grafica.
Lo schema di supporto del disegno di un quincunx, sia di forma quadrata che rettangolare, è una composizione a quattro cerchi uguali, reciprocamente tangenti e tangenti inoltre ai lati e agli assi orizzontale e verticale del quadrato ABCD d'inviluppo. Il quinto cerchio, concentrio al punto d'intersezione degli assi, è un'entità indipendente, di volta in volta calibrata in funzione delle particolarità figurative del quincunx da costruire. Dalla sua determinazione dipende la grandezza dei dischi, in porfido o in mosaico, posti al centro dei quattro cerchi iniziali. Fermo restando, per grandezze e collocazioni, il dispositivo dei quattro cerchi iniziali (fig. 1), le figure 2-4 illustrano i tre possibili casi di rapporto dei parametri Dc (diametro del quinto cerchio) e Dp (diametro dei cerchi iniziali). [File: Iconostasi Quincunces 6.PC9]
Alla calibratura del disco centrale è connessa, in rapporto inversamente proporzionale, la grandezza dei quattro oculi, ricadenti al centro di ciascun elemento del quartetto di dischi iniziali. La figura 4 illustra uno dei due casi, di valore esclusivamente teorico, in cui si verifica l'azzeramento dell'occhio: se il cerchio centrale assume grandezza corrispondente al valore r=(1/2)√2 Dp, gli oculi dei dischi periferici si azzerano e il dispositivo quinconciale cessa esecutivamente di esistere. In altre parole, nel caso dello schema a quattro dischi periferici reciprocamente tangenti, condizione perché si possa procedere alla costruzione di un quincunx è che il diametro del disco centrale assuma grandezze interne all'intervallo di esistenza [Dp √2]>Dc>[Dp (√2-1)]. Per valori coincidenti agli estremi dell'intervallo, o esterni ad esso, la costruzione del quincunx è impossibile. Il primo caso è illustrato dalla fig. 4, il secondo è dovuto alla perfetta congruenza dell'occhio col proprio disco di appartenenza: il primo acceca il secondo. Dal dimensionamento del disco centrale dipende il dimensionamento dei dischi posti al centro delle quattro circonferenze periferiche, per i quali vale la condizione che siano tangenti al disco centrale. [File: Iconostasi Quincunces 6.PC9]
Fermo restando il complesso di condizioni su descritto, la reciproca connessione degli elementi circolari dà luogo ad una traccia curvilinea che, evolvendosi nel campo figurativo e intrecciandosi con se stessa o con altra traccia, genera le configurazioni 3a e 3b, la prima composta di due tracce, la seconda di una sola. All'individuazione delle varie tracce si perviene, unicamente, attraverso la lettura degli inserti musivi: sono essi che danno identità ed enucleano la fluenza di ciascuna traccia. [File: Iconostasi Quincunces 6.PC9] Osservando gli inserti musivi decorrenti negli alvei del quincunx, fig. 2, si evince come esso, nell'ottica di chi lo ha realizzato, fosse costituito da due tracce indipendenti, che, fluendo circolarmente e reciprocamente intrecciandosi, generano quella magica ed elegante configurazione che definiamo quincunx. Tuttavia, seguendo mentalmente l'attendibile fluenza di ciascuna traccia, emergerebbe qualche dubbio sulla plausibilità di supporre un dispositivo iconografico generato dall'interazione di due distinte tracce. Riducendo il numero di tracce (da due a una) e unificando, di conseguenza, l'unità del testo figurativo, restituiremmo alla composizione la corretta logica di fluenza (figg. 3 e 4). La regola secondo cui debba ordinarsi la collocazione sopra-sotto del percorso di una traccia, nei punti in cui essa ne interseca un'altra, è basata sul principio dell'alternanza di sovrapposizione. In base ad esso, una traccia, incrociandone un'altra, si dispone sopra o sotto di essa, invertendo regolarmente l'ordine di sovrapposizione dell'intersezione precedente. Sono aspetti che sfuggono alla comune osservazione dell'opera, ma che emergono in fase di ricostruzione digitale di un testo figurativo. [File: Iconostasi Risvolti e Porte 7.PC9]
Didascalia in preparazione Studi dinamici reòativi alla variazione di larghezza del nastro musivo (indicazione in giallo). [File: Iconostasi Quincunces 6.PC9]
Variazione delle configurazioni per effetto della divaricazione reciproca simmetrica. [File: Iconostasi Quincunces 6.PC9]
RIEPILOGO e altro
Sommario: Tipologie a schema quadrato e a schema rettangolare - La divaricazione differenziale -
Didascalia in preparazione [File: Iconostasi Quincunces 6.PC9]
Il concetto di divaricazione differenziale. Quando la distanza orizzontale e verticale tra i quattro dischi angolari assume valori divergenti, si deter= minano le condizioni generative degli schemi rettangolari oblarghi. Ci siamo già imbattuti in un altro tipo di schema rettangolare, distinto dall'essere più alto che largo (oblungo), la cui rettangolarità, però, non dipende dall'impianto del quincunx, anche in quel caso perfettamente quadrato, quanto dalla presenza di propaggini orizzontali delle tracce, estese sia in alto, sia in basso. [File: Iconostasi Quincunces 6.PC9]
Nelle simulazioni grafiche dimostrative anche il quinto disco è, dimensionalmente, identico agli altri. L'identità dei cinque dischi consente di ottenere una configurazione equilibrata, per così dire, classica, ma la variazione dimensionale tra il gruppo dei dischi periferici e il disco centrale può, teoricamnete, assumere valori di grandezza nettamente distanti. Tornando allo schema classico, operativamente si procede scomponendo il quadrato in quattro parti, secondo i suoi assi, e inscrivendo, in ciascuna di esse, una circonferenza di raggio R=1/2 Dp. Le relazioni parametriche della tipologia quinconciale perfettamente quadrata, espresse in funzione di s, sono rispettivamente: R=2s; r=s; a=2s√2-2s=2s(√2-1); c=3s-2s√2=s(3-2√2); d=s-2c=s(4√2-5). Lungo la semidiagonale del quadrato si susseguono, pertanto, le seguenti determinazioni (vedi fig.): OC=a+(c+d+c)+2r+(c+d+c)+a=a+s+2s+s+a=2a+4s=2[2s(√2-1)]+4s=4s√2. Lungo il semiasse orizzontale passante per il centro di uno qualsiasi dei quarti del quadrato (vedi fig.): MN=(c+d+c)+2r+(c+d+c)=s+2s+s=4s.
Il passaggio dalla tipologia quadrata alla tipologia rettangolare avviene per estensione verticale della griglia modulare, mediante aggiunta di una doppia stringa di maglie, una in alto, una in basso. Il rapporto dei lati H/L, espresso in funzione di s, diventa circa 10/8. Per la precisione, il calcolo dell'altezza è H=8s+2(d+c)=4(1+√2)s e il rapporto dei lati è H/L=(1+√2)/2 .
IL QUINCUNX A DOPPIA DIVARICAZIONE
Dal punto di vista tipologico, il quincunx impiegato sul fronte dell'ambone è un dispositivo a divaricazioni differenziate, la maggiore in senso orizzontale, la minore in senso verticale. Limitandoci a commentare l'opera per quello che ne è l'attuale aspetto visivo, si rilevano, almeno, tre elementi caratterizzanti: 1. la struttura a due lastre non complanari, verticalmente accostate in prossimità del centro compositivo del'opera; 2. la modalità di ripristino delle lacune di tessuto musivo, mediante l'uso di frammenti modulari qualsiasi, estranei al repertorio e disomogenei, confusamente accostati alla meno peggio; 3. l'elemento virtuoso dell'opera consiste, probabilmente, nell'esatta ripartizione della lunghezza degli alvei (linea tratteggiata in fig. 4 del gruppo sottostante) in un numero intero di unità modulari. Per quanto riguarda le dimensioni, in mancanza di dati oggettivi ci si può orientare tenendo conto della funzione di parapetto, al netto ovviamente dello strato pavimentale. La ricomposizione complanare, proposta nell'immagine immediatamente sottostante, in realtà inesistente considerata la tridimensionalità dell'opera, è stata ottenuta usando la metà destra anche per rendere la sinistra.
Didascalia in preparazione Salerno, Duomo. Ambone Guarna, Quincunx del fronte sagomato. Attenzione! la prima delle due figure è un riassemblaggio che replica, per la parte sinistra, la metà destra ruotata di 180°. Ciò, allo scopo di ottenere una rappresentazione esattamente complanare dell'opera. [File: Ambone Guarna 1.PC9]
Didascali in preparazione Salerno, Duomo. Ambone Guarna, Quincunx a doppia divaricazione, studi. [File: Ambone Guarna 1.PC9]
Didascalia in preparazione Salerno, Duomo. Ambone Guarna, Quincunx a doppia divaricazione. [File: Ambone Guarna 1.PC9]
Salerno, Duomo. Ambone Guarna, Tipologie figurative del quincunx a doppia divaricazione. Ciò che emerge nel passaggio dalla formulazione rettilinea a quella curva è il rimaneggiamento compositivo della parte di frase intermodulare ricadente nella metà contratta del modulo. Poiché il nastro musivo, lungo il suo decorso, inverte il senso di curvatura, il rimaneggiamento della frase intermodulare interessa, una volta la parte inferiore, un'altra la parte superiore. [File: Ambone Guarna 1.PC9]
Didascalia in preparazione
Rapporti tra tipologia figurativa e LARGHEZZA DELL'alveo circolare
Didascalia in preparazione
Lo studio dei rapporti tra tipologia figurativa e alveo circolare d'inserimento del testo musivo verte, specificamente, sull'attitudine di una tipologia a ricoprire, esattamente e completamente, l'intero circuito della circonferenza mediana, senza che si verifichino, al termine dell'aggregazione di moduli, casi di disuguaglianza tra lo spazio destinato all'ultimo modulo e la dimensione trasversale dello stesso. La seconda terna di figure illustra il caso di perfetta coincidenza tra la lunghezza del nastro dei moduli esagonali che compongono il circuito decorativo in mosaico, e quella della circonferenza lungo la quale fluisce la sequenza e alla cui lunghezza deve, tassativamente, uniformarsi il filare completo di moduli. Il quoziente tra circonferenza mediana e larghezza del modulo sarà, pertanto, un numero intero: quoziente esatto, appunto.
Affinché tali considerazioni possano comunque risultare di più agevole e immediata comprensione, esamineremo, ora, sulla scorta dei grafici della prima terna, tre casi di esecuzione dell'anello musivo, valutandoli, ovviamente, sotto il profilo di quel rapporto. Il grafico al centro della prima terna è espressione di perfetta esecuzione: la larghezza del modulo, misurata in corrispondenza della circonferenza mediana, risulta, infatti, un sottomultiplo intero (l/n, con n numero naturale) dell'intera circonferenza. In altre parole, la lunghezza della circonferenza mediana è tale da contenere, esattamente, senza eccedenze o difetti di spazio, un numero intero di moduli: nel nostro caso, un complesso di 10 moduli (quoziente esatto).
Didascalia in preparazione
LE SEQUENZE DEI QUINCUNX SUI FRONTI E I RISVOLTI DEI MONCONI ICONOSTATICI
Il contenuto del presente paragrafo va opportunamente integrato con quanto si dirà nel simmetrico relativo al Complesso di Destra e al pulpito d'Aiello.
In basso, allineati da sinistra a destra, le coppie di quincunx insistenti su fronti e risvolti dei due monconi iconostatici. Le versioni rettangolari oblunghe, qui poste alle estremità esterne della sequenza, in realtà sono collocate nella terza fascia decorativa della parete frontale dell'iconostasi, a ridosso degli stipiti del varco di accesso al presbiterio; le versioni quadrate, come mostra la figura in alto, sono impiegate in funzione di sovrapporta degli usci d'ingresso ai vani-scale delle opposte tribune ambonali (sequenza in alto).
L'apertura dell'angolo, e l'accostamento sullo stesso piano dei due quincunx di ciascun lato dell'iconostasi, fa emergere la funzione di cardine di rotazione degli stipiti colonnati sulle estremità di fronti e risvolti. (in preparazione)
la declinazione delle tipologie