Le tipologie
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Salerno, Duomo. Iconostasi, rappresentazione convenzionale delle sezioni frontali e laterali dei monconi. Sopra: le campiture in giallo evidenziano gli inserti musivi a motivi geometrici; quelle in azzurro, gli inserti a motivi naturalistici. Le indicazioni numeriche, associate alle campiture in azzurro, identificano i brani a motivi naturalistici, sparsi sui fronti e sui risvolti dei piani iconostatici. Sotto: la diversificata colorazione degli inserti musivi ne mette in rilievo la pluralità tipologica, a motivi geometrici. Gli aspetti su cui vertono gli elaborati sono, pertanto, di natura completamente diversa: nel primo, in alto, ciò che si pone in risalto è l'estensione delle aree musive a confronto con quelle marmoree; la grafica non ha il piglio aggressivo e caotico della seconda rappresentazione, in basso, dominata, invece, dal dinamismo cromatico e, dunque, tipologico. Il soggetto della prima rappresentazione è risolubile in un contrasto chiaroscurale; quello della seconda, in un coacervo di espressioni cromatiche e, dunque, tipologiche. [File: Iconostasi Mappa Tipologica.PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, rappresentazione ideografica delle sezioni frontali. [File: Iconostasi Mappa Tipologica.PC9]
PREMESSA
Nel corso degli studio dei mosaici a motivi geometrici del Duomo di Monreale e della Cappella Palatina di Palermo, abbiamo introdotto una nomenclatura per definire aspetti delle modalità di formulazione dei testi musivi, fornendo, a noi e a chiunque ne voglia studiare la struttura, un metodo agile di preliminare classificazione delle tipologie. Termini come monocodice e bicodice, settori stabili ed instabili, identificano, rispettivamente, modalità di redazione del testo o campi d'incerta definizione compositiva dei settori intermodulari.
In alto a sinistra: sviluppo planare di una tipologia bicodice. In alto a destra: sviluppo planare di una tipologia monocodice. In basso a sinistra: estrazione del codice B di una tipologia bicodice. In basso a destra: estrazione del codice A di una tipologia bicodice. [File: 033.D.Studi.Palatina Bis.PC9]
Il termine bicodice indica una modalità di scrittura di un testo figurativo a motivi geometrici, definita dall'impiego simultaneo di una trama lineare, monofilare o trifilare, detta codice B, e una pluralità di minuscoli brani compositivi, policromatici, formati accostando una pluralità di tasselli (formelle) di varie ed elementari forme geometriche. Questa seconda componente del testo è ciò che indichiamo col termine codice A. Al codice B compete l'espressione di un determinato concetto iconografico; al codice A, il riempimento dei vuoti lasciati dall'evoluzione delle tracce sul piano figurativo.
L'instabilità dei settori intermodulari è spesso conseguenza dell'adattamento, in senso lineare, di una struttura compositiva ad estensione bilaterale infinita. Osservando il decorso del nastro musivo, tipologia n. 2, del lato sinistro del pluteo A2, emerge un'evidente incertezza nella definizione dei brani intermodulari in posizione laterale. Il complesso di figure che segue illustra alcune delle soluzioni di resa di tali brani critici della tipologia n. 2. Essendo tutt'altro che nitida e ordinata la struttura geometrica di tali brani e impervia la lettura, la riproduzione digitale è spesso frutto di opinabili interpretazioni. Può accadere che la ricostruzione teorica del corrispondente modello ad estensione infinita fornisca la chiave di corretta lettura e resa di brani critici dei settori intermodulari.
Didascalia in allestimento [File: Iconostasi Tipologie.PC9]
TIPOLOGIE PLUTEALI - registri a b
Salerno, Duomo. Iconostasi, registri pluteali, numerazione delle tipologie in mosaico a motivi geometrici. [File: I.Iconostasi Registri Sreparati.PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, moncone sinistro, plutei A2 B2. [File: Iconostasi Tipologie. PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, tipologie dei plutei del moncone sinistro. [File: Iconostasi Tipologie.PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, moncone destro, plutei A4 B4. [File: Iconostasi Tipologie. PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, registri A e B. Tipologie mono- e bicodice degli inserti decorativi dei plutei. [File: Iconostasi Tipologie.PC9]
tipologie del terzo registro
Salerno, Duomo. Iconostasi, terzo registro. Identificazione numerica delle tipologie del terzo registro, ad esclusione delle quinconciali e delle tipologie di redazione dei testi di riempimento delle sagome a palmizi nani. [File: I.Iconostasi Registri Separati.PC9]
Ci limiteremo ad alcune considerazioni su una particolare e insolita tipologia, la n. 20, accostata, per similarità di struttura, alla tipologia n. 3 della metà destra del pluteo A2. La forma del modulo è tendenzialmente rettangolare, la struttura si compone di una parte centrale e una cornice di fusarole appuntite e perline romboidali. Il motivo centrale è quello di una stella a sei punte aguzze, campeggiante in una sagoma poligonale a contorno ondulato. Il vuoto tra la sagoma e la cornice a fusarole e perline è colmato da un impianto di tessere dorate. Il confronto con la tipologia 3 e, più incisivamente, la presenza di una variante che rappresenta, in forma stilizzata, un albero a fusto tozzo e a chioma sventagliata, è dirimente per stabilirne la non-appartenenza alle tipologie a motivi geometrici.
La cornice ritaglia perentoriamente il modulo, con l'effetto di accentuarne l'isolamento anziché collegarlo alle unità contigue.
Salerno, Duomo. Iconostasi, terzo registro. [File: Iconostasi Tipologie.PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, terzo registro. Da sinistra a destra: tipologia n. 20, tipologia n. 3. [File: Iconostasi Tipologie.PC9]
tipologie stipite
Prenderemo in considerazione gli episodi esecutivi che delimitano, verticalmente e dal lato esterno, le composizioni quinconciali di fronti e risvolti, segnando, e nobilitando, gli spigoli delle rispettive pareti di appartenenza. Le tipologie interessate dalla redazione dei testi musivi sono, rispettivamente, le frontali 18a e 18b e le laterali 45 e 53.
Salerno, Duomo. Iconostasi, terzo registro. Tipologia 18. [File: Iconostasi Tipologie.PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, terzo registro. Tipologia 18, studi. [File: Iconostasi Tipologie.PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, terzo registro. Tipologia 53. [File: Iconostasi Tipologie.PC9]
tipologie quinconciali
Le tipologie prese in considerazione nel presente paragrafo sono quelle relative al gruppo dei quattro quincunx dei due monconi d'iconostasi. Restano, pertanto, escluse dalla trattazione tutti gli altri quincunx dei complessi ambonali.
Salerno, Duomo. Iconostasi, risvolti dei monconi destro e sinistro. Nei risvolti dell'iconostasi le tavole marmoree ad inserti musivi policromi sovrastano i vani d'ingresso alle scale di accesso al èiano dei pulpiti Guarna (sinistra) e D'Aiello (destra). Nell'ambito di esecuzione di arredi marmorei, come transenne plutei o settori pavimentali, gli schemi compositivi ispirati alla geometria del quincunx ebbero una notevole forza attrattiva, determinando un estesissimo repertorio di applicazioni. Alla base di quest'interesse si colloca, ovviamente, il gusto barbarico dell'intreccio, la presiosità trasfigurante del mosaico e il simbolismo metafisico associabile allo schema e alla numerologia del cinque. [File: I.Iconostasi Risvolti e Porte 6.PC9]
Salerno, Duomo. Brani quinconciali dei fronti dell'iconostasi, studi dell'impianto tipologico. [File: I.Iconostasi Brani Quinconciali.PC9]
Salerno, Duomo. Brani quinconciali dei risvolti dell'iconostasi, studi dell'impianto tipologico. [File: I.Iconostasi Brani Quinconciali.PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, moncone sinistro, sovrapporta del risvolto. [File: Iconostasi Risvolti e Porte 4.PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, moncone destro, sovrapporta del risvolto. [File: Iconostasi Risvolti e Porte 4.PC9]
Salerno, Duomo. Iconostasi, moncone destro, sovrapporta del risvolto. Studio delle tipologie 1, 3. Gli alvei interessati dall'impianto dei testi elaborati sulla scorta della tipologia 1-3 sono stati evidenziati in rosso sulla metà sinistra della figura. [File: Iconostasi Risvolti e Porte 7.PC9]
TIPOLOGIE DECLINATE
L'impiego delle tipologie contrassegnate dai ni 1 e 3 dà l'occasione di addentrarci negli episodi di declinazione di una tipologia, in contesti modulari, a decorso rettilineo, costituiti da formulazioni che prevedono l'uso di moduli estremitali di testa (incipit) e di coda (explicit) e di moduli intermedi, longitudinalmente dilatabili. Nei casi di piegatura ad angolo retto del testo figurativo, in corrispondenza dei punti di articolazione delle sequenze che vi convergono, insiste un'ulteriore variante della tipologia, caratterizzata dalla compatibilità all'aggregazione dei moduli secondo le direzioni delle due generatrici dell'angolo.
Salerno, Duomo. Iconostasi, risvolti dei monconi. Nelle tipologie declinate, l'enunciazione del testo figurativo si compone di un modulo iniziale (incipit), uno finale (explicit), normalmente identico al precedente, ed uno intermedio. Il modulo intermedio, senza stravolgimenti dell'assetto geometrico della tipologia, si presta, almeno teoricamente, ad un ampliamento della dimensione trasversale della tipologia, funzionale alla colmatura di eventuali esuberi di spazio, risultati dalle imprecisioni operative o dall'assenza di progettualità. Altra caratteristica delle tipologie declinate è l'elaborazione di soluzioni d'angolo (1c), in corrispondenza di piegature dell'alveo. Il ricorso alle soluzioni d'angolo è tipico, come si è visto, delle esecuzioni pluteali.
Legenda: 1a=modulo corrente; 1a.d=modulo corrente con ampliamento trasversale; 1b=modulo di testa o di coda, anch'esso suscettibile di ampliamento trasversale; 1b.d=modulo di testa o di coda con ampliamento trasversale; 1c=modulo angolare. [File: Iconostasi Risvolti e Porte 7.PC9]
tipologie mobili
A riquadrare, orizzontalmente, i dispositivi quinconciali dei risvolti dell'iconostasi, concorrono due brani lineari, a motivi geometrici, basati sull'impiego di una tipologia esagonale, regolare od irregolare, configurata nel motivo della treccia angolata. Il suo studio dà l'opportunità di addentrarsi nel campo delle cosiddette tipologie mobili, ossia, di quei congegni modulari suscettibili di correlarsi, perfettamente, alle dimensioni dell'alveo di destinazione, calibrando preventivamente il valore e la geometria di talune variabili. La mobilità di configurazione non riguarda soltanto l'adattabilità al perfetto inserimento, in larghezza e lunghezza, nell'alveo di pertinenza, ma anche all'attitudine di conformarsi alle esigenze geometriche del percorso, adegandosi alle angolazioni e alle curvature.
Salerno, Duomo. Approfondimento della mobilità di dimensionamento trasversale della tipologia 1-3. Scostandosi dalla soluzione sublime (al centro della sequenza, nella figura di sopra), costituente ineludibile termine di comparazione di ogni nuova soluzione applicativa, si altera, inevitabilmente, rispetto al modello base, la configurazione della tipologia dilatandosi o contraendosi trasversalmente. Se nel caso della figura 1a.d del sestetto iconografico precedente la dilatazione è una evenienza singolare, volta a compensare un esubero, longitudinale, di spazio, nel caso rappresentato dalla terna di figure qui riprodotte si tratta, invece, di una scelta stilistica, tendente a definire aspetti estetici come la qualità ritmica dell'enunciato, la sua cadenza incalzante o rilassata. [File: Iconostasi Risvolti e Porte 7.PC9]
Limiteremo l'approfondimento tipologico ad aspetti particolari di flessione delle tipologie, nei casi di piegatura ad angolo retto e nell'eventuali versioni di incipit ed explicit delle sequenze.
Tipologie palmizi
In preparazione