La Scuola Campana
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Per illustrare quella che abbiamo convenzionalmente denominato scuola campana del mosaico a motivi geometrici, focalizzaremo l'attenzione sulla decorazione musiva del candelabro per il cero pasquale, addossato al lato settentrionale dell'ambone D'Aiello. Nell'uso che ne faremo, il termine indicherà essenzialmente l'insieme delle particolarità tipologiche e linguistiche, emerse nel corso dello studio del complesso iconostatico-ambonale di Salerno, ma rintracciabili anche nei coevi episodi di Ravello e Sessa Aurunca. Su tali elementi e da tali contesti si basa la specificità del repertorio campano. La scelta del termine, scuola campana, può apparire audace, sia in rapporto al limitato contesto territoriale della ricerca, sia in rapporto all'unicità dell'ambito produttivo palermitano-monrealese, col quale si attua la comparazione e rispetto al quale si rilevano le divergenze stilistiche. Didascalia in preparazione [File: Dal Web]
Salerno, Duomo. Candelabro per il cero pasquale, rocchio intermedio. La decorazione del rocchio è realizzata mediante l'inserimento a spirale di 8 striscette di mosaico a motivi geometrici. Nel campo del simbolismo numerico, l'otto è tra i numeri più ricchi di occulti e suggestivi significati. In ambito cristiano, esso può alludere al processo spirituale di purificazione e rinascita dell'uomo. L'andamento a spirale, che ha l'effetto d'imprimere dinamismo verticale e rotazione all'atto di percezione dell'opera, è largamente utilizzato a Monreale, sia, e soprattutto, nel chiostro, sia all'interno della basilica, sulle colonnine incassate agli spigoli dei fornici di accesso alle absidi. [File: Tipologie Candelabro 2.PC9]
Salerno, Duomo. Candelabro per il cero pasquale. Complesso di tipologie bicodice del secondo rocchio, a tracce trifilari, tricromatiche. [File: Tipologie Candelabro 2.PC9]
Quali siano gli elementi distintivi di tale scuola emerge, metodologicamente, dalla comparazione tra la produzione musiva salernitana del candelabro e il repertorio esecutivo, a motivi geometrici, del duomo di Monreale. L'avere studiato e catalogato, nella sua elevata moltitudine di soluzioni, la totalità delle tipologie di Monreale e della Palatina di Palermo, ci pone nelle condizioni di cogliere, agevolmente, quanto di specifico appartenga alla decorazione di Salerno, partendo dallo studio dei sottili inserti musivi del fusto intermedio del candelabro salernitano.
La trifilarità è la più vistosa proprietà stilistica della scuola campana: si tratta di una modalità molto sporadicamente usata a Monreale, dove, tuttavia, fornisce la migliore interpretazione nell'applicazione decorativa dell'alta spalliera cuspidata del soglio reale. La trifilarità non è una risorsa funzionale, esclusivamente, alla sublimazione estetica del testo figurativo. Unita al diffuso impiego dell'oro, conferisce all'opera un'elevata e preziosa dignità regale. In ambito religioso, poiché ogni segno, volontariamente lasciato dalla mano dell'uomo, non può che contenere velate allusioni ad un contesto di significati dottrinali da cogliere ed estrapolare, la trifilarità diventa un evidente riferimento alla trinità celeste. L'interpretazione in chiave religiosa prospetterebbe, pertanto, un rimando al processo, armonico e razionale, di rifluenza nel mondo naturale, di una dimensione divina, che si manifesta in un intenso e benefico flusso di luce. Derogano dall'uso di tracce trifilari gli inserti contrassegnati dai ni 3, 5 e 8.
Un altro degli elementi distintivi della scuola campana è l'uso d'impianti tipologici sconosciuti al repertorio monrealese (originalità tipologica), parte del quale risale alle opere di rifinitura ottocentesca dello zoccolo murario dell'aula ecclesiale.
C'è una gamma cromatica più idonea a rappresentare l'ambito metafisico della spiritualità, ed un'altra più idonea per quello fisico della realtà materiale. La prima è una gamma penta-cromatica, comprendente l'oro, il rosso, il nero, il bianco e il turchese. Il turchese, in particolare, nelle esecuzioni del candelabro salernitano, è un elemento di contrasto cromatico, che esalta e valorizza l'apporto delle altre tinte. Salerno, Duomo. Tipologie del candelabro per il cero pasquale. [File: Tipologie Candelabro 2.PC9]
Riassumendo, elenchiamo quelle che potrebbero essere i tratti stilistici distintivi della scuola campana.
1. Trifilarità bi- e tricromatica delle tipologie bicodice. Raro l'uso di tracce trifilari bicromatiche. Compositivamente, le tracce trifilari si formano dall'accostamento, parallelo e consecutivo, di tracce di colore rosso bianco e nero. Il bianco, posto al centro del terzetto, è esaltato dalla contiguità laterale del rosso e del nero. A sua volta, distanziando quest'ultimi, contribuisce a valorizzarne l'identià cromatica. Il tessuto di formelle, che si accosta alle tracce trifilari, è preferibilmente in oro o in turchese. Il criterio di scelta è la ricerca del contrasto e della luminosità: l'oro, a contatto del rosso e del nero, accende la sua luminosità, che, da un lato, si scalda, dall'altro, enfatizza drasticamente il contrasto.
2. Tipologie monocodice, a schema biquadratico, con striscette intermodulari di separazione.
3. Uso di moduli speciali in testa, in coda e nelle piegature di percorso della sequenza figurativa a motivi geometrici.
4. Alterazione della regolarità geometrica. Nelle tipologie bicodice, configurate sulla base d'impianti a schema bitriangolare di tipo A o di tipo B, risulta decisamente alterata la regolarità della geometria esagonale sottesa all'impianto tipologico. È del tutto attendibile identificarne la causa nella ricerca di un'impossibile fusione tra formulazioni fraseologiche impostate sulla geometria dell'esagono e quelle impostate sulla geometria dell'ottagono. I distretti di ricorrenza di tali distorsioni sono quelli intermodulari che inseriscono dispositivi complessi di connessione dei moduli.
5. Originalità del repertorio tipologico. È un requisito che emerge dal confronto con i repertori di Monreale e della Palatina, dal quale si rileva un numero esiguo di soluzioni con stretto rapporto di contiguità figurativa. Rientra nell'ambito dell'originalità tipologica il gradimento d'uso dell'azzurro. È una circostanza che esalta la cromaticità e l'effetto decorativo del testo.
Sessa Aurunca, Cattedrale. Studi sul repertorio di tipologie decorative mono- e bicodice dell'ambone. [File: Tipologie Candelabro 2.PC9]
Ravello, Duomo. Studi sul repertorio di tipologie decorative mono- e bicodice dell'ambone. [File: Tipologie Candelabro 2.PC9]
Ravello, Duomo. Studi sul repertorio di tipologie decorative bicodice, trifilari, dell'ambone. [File: Tipologie Candelabro 2.PC9]Ravello, Duomo. Studi sul repertorio di tipologie decorative monocodice dell'ambone. [File: Tipologie Candelabro 2.PC9]